QUARTIERE SOCCORSO |Suburb’s notes Di Maruska Tonioni A cura di Stefania Rinaldi SESSIONE UNO
QUARTIERE SOCCORSO | Suburb’s Notes, è un long term project pensato come site specific, che nasce dall’esigenza di indagare le dinamiche profonde che animano i quartieri periferici delle città contemporanee, laboratori privilegiati per la documentazione dei principali conflitti che percorrono trasversalmente il vivere delle comunità moderne e delle società democratiche. Il medium dell’arte declinato attraverso il linguaggio fotografico, con le sue peculiarità è il mezzo per eccellenza per avvicinare i complessi ambiti del contemporaneo e la fenomenologia delle città. L’obiettivo del progetto mira da un lato al disvelare le multiformi sfaccettature di una periferia popolosissima e che racchiude in se decine di etnie e diversi nuclei di nuova cittadinanza e dall’altro cerca il recupero di una memoria collettiva, utilizzando la fotografia non solo come strumento di indagine documentativa e “percezione” della realtà e dei suoi stereotipi, ma soprattutto come strumento “relazionale”. Il mezzo fotografico diventa strumento privilegiato per stabilire delle connessioni intime con gli abitanti del quartiere e farli custodi e narratori del loro esistere, cittadini attivi e propositivi, allo scopo di attivare un processo di collaborazione duraturo per produrre una significativa rigenerazione urbana e relazionale, che varchi gli ambiti dei soli affetti familiari e spinga le persone alla riappropriazione e alla creazione di spazi comunitari di inclusione sociale, dove la fragilità del singolo trovi un sopporto collettivo, che prosegua oltre il termine fisico dell’evento artistico tout-court e che abbia un approccio intergenerazionale e interetnico.
Il progetto si innesta su un processo in atto nel quartiere Soccorso già da alcuni mesi, a stretto contatto con la popolazione, i comitati civici e tutte le realtà che via via vengono identificate come identitarie della comunità, comprese le comunità che non esistono più se non nella memoria: la squadra di calcio in cui tutti hanno giocato prima del suo scioglimento, il lavoro nelle fabbriche tessili tra mito e memoria, la chiesa di quartiere e il suo carismatico parroco, luoghi e personaggi culto recuperati attraverso la ricerca d’archivio, la memoria cittadina e il racconto privato, e restituiti attraverso il medium dell’arte contemporanea come bene collettivo. La residenza artistica diviene necessaria, passaggio di indagine identitaria privilegiato ed efficace, nella condizione di permanenza in un luogo per un fine preciso, con uno sguardo altro che possa innescare negli abitanti un nuovo vedere il proprio quartiere al di la dell’ordinaria fruizione, per individuare la bellezza e portare alla ribalta la complessità e la definizione di luogo vivo e in continuo mutamento che ben si accosta a questa parte della città di Prato.