DISEGNARE PER ABBATTERE GLI STEREOTIPI
di Sonia Lucia Malfatti
Al via il primo dei sei incontri di 10X10. Dialoghi sull’arte.
Protagonista il mondo a fumetti di Roberta Muci, alias Joe1.
Si è aperto sabato 6 novembre nella Sala Teatro all’interno degli spazi di Officina Giovani il primo incontro del progetto 10 x 10 Dialoghi sull’arte. Si tratta di un’iniziativa promossa dall’associazione CUT | Circuito Urbano Temporaneo di Prato, ideata dal collettivo MASC (Magazzino Arte Sociale Contemporanea), all’interno del progetto Officina delle Voci.
Il percorso si articola in sei incontri che vedono protagoniste diverse tipologie di arte contemporanea: fumetto, sound art, arte performativa, fotografia, videoarte, poesia. L’idea è diffondere un’arte che si faccia portavoce di tematiche attuali ed urgenti, creando preziosi momenti di confronto e dialogo. Un’Arte promossa dai giovani, per i giovani, con i giovani: perché sono tutti al di sotto dei 23 anni i membri del collettivo MASC che hanno ideato questo progetto; gli incontri, inoltre, vedono la partecipazione di artisti rigorosamente under35 e sono rivolti a giovani creativi al di sotto dei 25 anni, fra cui anche giovanissimi studenti delle scuole superiori, scelti attraverso una call pubblica aperta e gratuita.
Un preziosissimo momento di scambio pari-generazionale che vede i giovani come assoluti protagonisti. Nel corso di ognuno dei sei workshop i partecipanti realizzeranno degli elaborati artistici che saranno poi raccolti nella primavera 2022 in una mostra collettiva finale, che mirerà non tanto ad esporre prodotti artistici, quanto a dare testimonianza dei processi creativi e ideativi che li hanno originati.
Ad aprire questo ciclo di incontri è il mondo del fumetto con Roberta Muci, in arte Joe1. Classe 1993, leccese, Joe1 nasce con la passione per i fumetti. Nel 2012 si trasferisce a Bologna dove consegue la laurea in Fumetto e Illustrazione presso l’Accademia di Belle Arti. Amante della cultura underground, partecipa dal 2013 ai festival indipendenti di tutta Italia con le sue autoproduzioni. Con Diabolo Edizioni ha pubblicato nel 2018 un racconto nell’antologia Materia Degenere. Per Feltrinelli Comics ha partecipato all’antologia Sporchi e subito (2020), a cura di Fumettibrutti, e ancora con Fumettibrutti ha realizzato Cenerentola (2021).
Con Joe1 abbiamo parlato di stereotipi: un tema importante che tocca corde dell’attualità molto sensibili. Ci siamo chiesti cosa sia uno stereotipo. Nelle parole di Roberta Muci lo stereotipo
ha molto a che fare con la sintesi, perché vuol dire prendere l’idea più accettata e distogliere dall’individualità e dalla singolarità.
Dunque, uno stereotipo è una semplificazione, una sintesi della realtà. Questo fa sì che esso sia molto legato al mondo del fumetto, per due aspetti: in primo luogo, perché il fumetto è intriso del concetto di sintesi. Infatti, esso deve rendere subito chiari i tratti distintivi del personaggio e lo fa semplificando la realtà, tipizzando e caratterizzando i propri protagonisti con alcuni tratti stereotipati: ecco che il cowboy è sempre rappresentato con il tipico cappello, il cattivo con un sorriso beffardo, e uno stivale punk sulla copertina di una moderna Cenerentola ci fa subito capire che la protagonista non rimarrà in attesa di nessun principe azzurro. In sostanza, il fumetto rappresenta lo stereotipo: e lo combatte, proprio come nella Cenerentola di Joe1 e Fumettibrutti, che vuole rovesciare la classica, edulcorata favola che tutti conosciamo e portare alla ribalta temi importanti, quali l’indipendenza della donna, l’imposizione sociale del matrimonio, la rivendicazione di sé e della propria individualità, il rapporto fra sorelle come aiuto reciproco piuttosto che come tossica competitività.
Ma c’è anche un altro motivo per cui il fumetto è un ottimo mezzo per parlare di stereotipi: esso nasce e rimane sempre un mezzo estremamente popolare ed accessibile. Il fumetto va in mezzo alla gente comune, e con un linguaggio semplice ed immediato conquista le masse. Nasce popolare, frequenta gli angoli più reconditi delle slums americane. Parla a giovani e meno giovani, disturba la cultura mainstream con narrazioni ribelli e pungenti. Oggi, con il mondo del web, che ne amplifica la fruizione e velocizza i tempi di diffusione, il fumetto ancor più si pone come un efficacissimo mezzo espressivo per parlare di stereotipo, in modo diretto e spesso con intento di denuncia sociale.
Questo è anche uno degli obiettivi del lavoro di Joe1. La sua arte è prima di tutto un’azione politica nel senso più pregnante del termine: politica come qualcosa che riguarda il nostro essere polites, cittadini di una polis che ha i confini del mondo.
Afferma Roberta Muci:
Non riesco ad immaginare una mia attualità in cui, da donna, vivo, lavoro, studio, mangio, mi muovo, mi vesto e non sto in qualche modo facendo un’azione politica.
Ognuno dei giovani partecipanti all’incontro è stato chiamato dall’artista ad esprimere cosa sia per lui o per lei lo stereotipo. Per Leonardo, 22 anni, è discriminazione. Per Valentina, 21 anni, sono i genitori. Per Viola, 21 anni, è rifugio; per Lucrezia, 23 anni, giustificazione. Ognuno interpreta il concetto di stereotipo secondo la propria sensibilità e personalità; ciò che conta è che tutti vogliano superarlo: perché lo stereotipo non deve diventare negazione di individualità e discriminazione.
Nel secondo momento del workshop i partecipanti si sono messi alla prova con una realizzazione grafica: un disegno a fumetti sul tema dello stereotipo. Libertà espressiva assoluta: ciascuno di questi giovani artisti ha realizzato il proprio lavoro dando sfogo alla propria creatività. È stato un momento di confronto reciproco, con Roberta che ha dispensato consigli pratici e teorici e tanti ragazzi e ragazze che si sono scambiati idee, consigli, metodi, risate. I risultati di questo momento laboratoriale, una volta conclusi, insieme ai lavori successivi, saranno raccolti nella mostra finale. Ma ciò che davvero conta, come sostiene Stefania Rinaldi, presidente di CUT | Circuito Urbano Temporaneo ed energica promotrice dell’evento, è il processo a cui si è dato vita, molto più che il prodotto che ne è scaturito.
Perché dove c’è confronto attivo ed aperto, dialogo, discussione libera, si abbattono muri, stereotipi, pregiudizi e si realizza una socialità positiva e costruttiva. Ed è proprio lì, in questa reciprocità, che l’arte assume il suo significato più profondo.
Le attività di 10×10 Dialoghi sull’Arte sono all’interno del progetto Officina delle voci, con capofila il Comune di Prato, cofinanziato dal Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale a valere sul “Fondo Politiche giovanili” che mira a creare uno spazio dove trasformare le idee dei giovani in nuove imprese, in crescita e sviluppo professionale, sociale e culturale, che si configuri come un “incubatore” dedicato alla sperimentazione di interventi innovativi per valorizzare la memoria della città operaia e rivitalizzare l’offerta culturale della città.
DI SEGUITO IL PODMASC DEDICATO ALL’ARTISTA JOE1, CURATO DAL COLLETTIVO MASC… BUON ASCOLTO!!!!!
10 x 10 | Dialoghi sull’arte è all’interno del progetto Officina delle Voci.
